venerdì 26 febbraio 2016

IL PONTE DELLE SPIE - (ultimi?) Consigli non richiesti

Siamo quasi al capolinea, la cerimonia degli Oscari si avvicina e questa è l'ultima pellicola in gara nella categoria Miglior Film.
Ma non temete, ho spulciato una ad una tutte le categorie e di film ne ho visti parecchi, quindi lunedì prossimo sapremo ancora di cosa parlare.



Ma veniamo a noi, e partiamo dal mio grande disappunto verso l'Academy.
Amici americani votanti, dove sta la candidatura di Tom Hanks per Miglior Attore Protagonista? Dove? Perché sono certa che l'abbiate persa, che ci sia stato un qui pro quo, che nel presentare le nomination alle 5.30 del mattino vi sia scappato il nome di Fassbender - Michael I love you ma quest'anno è no - e abbiate pensato che ormai far finta di nulla sarebbe stato meglio, vero? Uhm?
Perché davvero, io non me lo spiego come abbiate fatto a non vedere per l'ennesima volta la straordinaria bravura di Hanks, anche quanto sta in silenzio, anche quando muove una di quelle rughette sulla fronte.
Morale: BAH.


Comunque, che dobbiamo fare? Tanto a decidere non siamo noi, quindi andiamo avanti e commentiamo la pellicola.
Io sono una fan di Spielberg da quando ero una bambinetta e lui mi faceva sognare con quei bei dinosauroni e quando vado a vedere un suo film sono sempre carica di aspettative che lui, anche questa volta, non ha disatteso.
Il film tratta un argomento importante e freddo, e non solo per via dei meno 10 gradi che fanno ammalare il povero avvocato Donovan.
È un film che rischia la freddezza perché Spielberg non ci propina la solita solfa dei russi brutti e cattivi e degli americani buoni che vogliono mandare a casa un prigioniero a seguito di un processo giusto per avere indietro il loro valoroso pilota, no, qui sono tutti un po' delle teste di cazzo.

Ma poi c'è James Donovan, che quel processo giusto lo vuole davvero, e non - solo - per la spia russa in quanto persona, ma per gli americani, per tutti.
Donovan toglie a questo film quel po' di freddezza e lascia che lo spettatore sia investito da un bel carico di emozioni nel vederlo mettere a rischio persino la sua stessa famiglia pur di perseguire quello in cui crede.
Un po' egoista? Forse. Un po' sconsiderato? Anche.
Ma sono stati questi uomini egoisti e un po' sconsiderati che hanno avuto il coraggio di provare a cambiare le cose e che oggi ci fanno ancora riflettere all'uscita di un cinema.


La pagina di storia che ci viene mostrata è una di quelle piccole, sconosciute ai più, che ti fa pentire di non aver letto più libri di storia o di esserti distratto un po' troppo durante le lezioni al liceo.
Una pagina piccola, come ho appena detto, relativamente breve, che sono riusciti ad arricchire con momenti come quello sul treno in cui Donovan assiste al tentativo fallimentare di alcuni ragazzi di scavalcare il Muro di Berlino.
Una scena semplice da inserire, senza dubbio, ma di una potenza allucinante soprattutto se messa in contrasto con quella finale in cui dei bambini intorno ad un muro ci giocano.

Quindi, ancora una volta vi consiglio di andare al cinema, a vedere questo film ed in generale, perché alcuni dei viaggi più belli io li ho fatti seduta su una poltroncina rossa non sempre troppo comoda.

Voto: 8. Un signor film, non il capolavoro del secolo forse, ma una storia che merita di essere conosciuta, raccontata da chi di pellicole è esperto e sa dove mettere le mani.
E oh, menzione speciale per Mark Rylance nei panni della spia rossa, non se sarà lui a portare a casa la statuetta ma io un po' di tifo lo faccio.



See ya soon.
xo xo

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