lunedì 29 febbraio 2016

OSCAR 2016 - Pensieri ad occhi (quasi) chiusi

Stamani sono andata a dormire che erano da poco passate le 6.30 e mi sono svegliata per andare a lavoro alle 7.20 e non potrò dormire fino a stasera.
But still, questa è la mia notte preferita dell'anno, e stavolta un po' più del solito la nostra stanchezza è stata ripagata.


Sono le 2.30 quando lasciamo un meraviglioso red carpet per entrare nel vivo della cerimonia. Chris Rock dà il via alla serata facendo 15 minuti di battute su questi Oscar carenti di candidati neri che non erano divertenti nemmeno nei primi 6 secondi, ma non disperate già adesso perché questa storia ci scartavetrerà i maroni per tutta la notte fin quando il globo all'unanimità eleggerà Rock come presentatore più palloso - non petaloso - della storia.


Si parte subito con le sceneggiature e sono felice, perché le avevo indovinate entrambe.
No, non è vero non è per questo, il punto è che il lavoro dello sceneggiatore è uno dei più importati a mio avviso e uno di quelli che mi ha sempre affascinato di più.
Bellissimo il montaggio per la presentazione dei nominati che si conclude con una statuetta a Spotlight (originale) e una a The Big Short (non originale).
Ed io sono molto felice per entrambi, non ho amato particolarmente The Big Short per tutta la palla finanziaria ma ne riconosco il valore, e beh, Spotlight per me era una delle pellicole più valide.

Sam Smith - o la metà di quello che era insomma - canta la sua Writings on the Wall ed emoziona tutti così arriviamo già pronti con la lacrima all'occhio quando la piccola Alicia Vikander si aggiudica il titolo di miglior attrice non protagonista.
Io l'ho adorata, letteralmente, e chi mi ha letto sa quanto speravo che questo riconoscimento andasse a lei, e a chi diceva che sembrava vestita da frittata, beh, era una frittata fighissima.

La vera domanda però resta senza risposta: abbiamo pianto di commozione per il premio o perché l'abbiamo vista baciare Fassy?


Sono quasi le 3 e mezza quando Mad Max si porta a casa sei premi quasi uno dietro l'altro tra costumi, trucco, score, montaggio e tecnicismi vari.
Uhm, allora, non so nemmeno bene come dirlo ma io ho trovato Mad Max proprio brutto, ma brutto forte, sooooo, gli riconosco le capacità tecniche e capisco il perché di tanti riconoscimenti ma non potete biasimarmi se mi sono alienata fin quando quel mostro di bravura di Emmanuel Lubezki ha fatto tripletta con la fotografia per The Revenant.
E dite un po' quello che vi pare ma per me non c'era storia, ma proprio zero.

Arriviamo poi agli effetti speciali che vanno ad Ex Machina ed io resto un po' male per Star Wars che ci regala uno degli highlights della serata ma va a casa senza nemmeno un riconoscimento.
Anyway quell'amore di Jacob Tremblay era così felice di vedere i personaggi sul palco che a me è bastato quello.


Alle 4 del mattino ci sparano due siparietti di presentazione per i film d'animazione ed io sono ancora indignata perché cosa mi mettete sullo stesso livello i Minions e Toy Story che compie vent'anni? Ma siete seri?
Comunque i miei Woody e Buzz hanno l'onore di annunciare il meritatissimo Oscar per Inside Out che a mio avviso è uno dei migliori film della Pixar di tutti i tempi e se non l'avete ancora visto cosa aspettate a ricorrere ad un po' di sana pirateria?


Ma il vero plot twist della serata arriva un'altra mezz'ora dopo, quando Mark Rylance vince come miglior attore non protagonista e io muta con gli occhi sgranati sul divano.
Il mio tifo ed il mio pronostico erano entrambi per Ruffalo - che porello a sentir dire "and the Oscar goes to Mark..." si sarà sentito mancare -, ma sono felicissima di questa vittoria a sorpresa perché Rylance aveva fatto una performance divina ne Il Ponte delle Spie.
E non è facile restare rilevanti quando accanto hai Tom Hanks.
Tanto di cappello insomma.

E poi, alle 5 del mattino, che è quell'orario in cui cominci a voler dire basta, loro ti piazzano la carrellata di corti, documentari e film stranieri che SBADABAM.
Solo allora comunque ho capito perché Tom Hardy si è presentato con l'occhiale da sole, almeno non si vedeva quando chiudeva gli occhi.

RAGA S'È FATTA NA CERTA E C'AVREI FAME.

Ad ogni modo dopo la palla stratosferica che sono stati quei venti minuti come sempre arriva il momento lacrime aperto dalla meravigliosa Lady Gaga che canta Till it Happens to You - canzone candidata all'Oscar - accompagnata ad un certo punto da un gruppo di ragazzi vittime di violenza.
Momento molto toccante al quale la nostra Gaga ha - come sempre - saputo rendere giustizia.
Vi giuro che ho le lacrime agli occhi e la pelle d'oca ancora mentre scrivo.


Dopo - o prima? abbiate pietà ho dormito 40 minuti come ho già detto - siccome le lacrime non sono mai abbastanza c'è stato il solito memoriale che quest'anno includeva ovviamente Bowie, Rickman e Scola e che un po' di commozione te la tira fuori sempre, no matter how stanco tu sia.

Manca poco più di mezz'ora alla fine e al momento che tutti abbiamo aspettato e temuto quando tutta l'Italia - quella che non dormiva - dimentica la stanchezza e si ritrova in piedi su letti e divani con addosso pigiami improbabili ed occhi bagnati di commozione perché Ennio Morricone è un signore, un maestro ed è impossibile non sentire la voglia di mettersi una mano sul cuore e cantare l'Inno di Mameli quando lo si vede su un palco a Los Angeles a ringraziare la moglie in italiano.

Ma ai premi più grossi ci vogliamo arrivare carichi e quindi anche Sam Smith, vincitore con la sua canzone per l'ultimo 007, ci fa emozionare dedicando il suo discorso alla comunità LGBT+.


E poi è un attimo - un cazzo che son le 5.40 - e vediamo salire sul palco per il secondo anno consecutivo Alejandro G. Inàrritu a ritirare il premio come miglior regista per The Revenant.
"Leo you're The Revenant, thank you for your soul, your art, your life[..]" e così io strizzo gli occhi ancora una volta e trattengo le lacrime ed il respiro pensando che ci siamo quasi e che lì dentro lo sanno tutti quando Leonardo meriti quel riconoscimento.

Presa dall'ansia pensavo di esserci già e invece tocca a Brie Larson andarsi a prendere la meritatissima statuetta per la sua straordinaria performance in Room.
Bonus per l'adorabilità - criticatemi un termine e vi faccio un post pieno di petalosi - che trasmettono lei ed il piccolo Jacob insieme.


Ed eccoci qua, mancavano 5 minuti alle sei, madre e sorella stavano per alzarsi ed io ero in ginocchio sul divano con le dita incrociate e le mani che tremavano quando Julianne Moore - che poi conoscendola avrà pianto emozionata tutta la notte - annunciava che THE OSCAR GOES TO LEONARDO DICAPRIO.


E allora il subbuglio, la voglia di uscire in strada e abbracciare gli spazzini che stavano portando via i sacchi della differenziata, la malsana idea di andare a fare il bagno nella fontana del paese come per i mondiali nel 2006, la sensazione di voler fare un trenino virtuale a ritmo di zaaaaazuelaaaa zazueeeeela, e invece... invece lacrime, e tremolii, e mani intrecciate a preghiera come quelle di Kate Winslet, perché somehow, noi appassionati di cinema, siamo stati testimoni di un evento storico e se mi volete dire il contrario siete sul blog sbagliato.


Alle 6 in punto - o appena passate - dopo che l'immenso Leo aveva usato il suo tempo per ringraziare e spendere due parole sui cambiamenti climatici e su questo mondo che tanto ama, viene annunciata la vittoria di Spotlight come miglior film.
Forse è stato un po' oscurato dall'ancora vivo entusiasmo per DiCaprio, in sala ed in giro per il mondo, ma sono davvero molto molto contenta. Non era il mio primo sulla lista, ma era in zona podio, e l'idea che un film così importante abbia questa rilevanza e sia riuscito ad emergere tra pellicole di tutto rispetto mi rende estremamente felice.


So this is it. 
Quasi quattro ore di cerimonia,  quasi tre di red carpet e un miliardo di battute non simpatiche sui neri  dopo le statuette sono state tutte assegnate ed io posso dirmi davvero soddisfatta da questa nottata. 
È stato un piacere recensire i film in gara, commentare con un bel po' di compagnia tutta la cerimonia e svarione qua con gli occhi mezzi chiusi oggi.

Grazie, a tutti gli attori e a tutti coloro che stanno dietro le quinte, al trashissimo orso in sala, a Leo e a tutte le pellicole che da una vita sono uno dei miei amori più grandi, che hanno portato magia, riflessione, amore e dolore nella mia vita.
Grazie, notte degli Oscar.



PS: Lo faccio il post su Leo e Kate a costo di metterci solo centinaia di foto random, don't worry voi shipper depressi come me.

See ya soon.
xo xo 


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